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Le più belle poesie per figli da dedicare
L’amore tra i genitori e i propri figli non si può raccontare a parole, si può solo vivere intensamente. Se però cercate le parole giuste per esprimere i vostri sentimenti abbiamo raccolto per voi le più belle poesie dedicate ai figli in cui troverete una miriade di frasi d’amore per i figli emozionanti, toccanti e perfette per ogni occasione!
Poesie per i figli
Se avete pensato di cercare una “poesia per mio figlio“, siete nel posto giusto. Iniziamo la nostra raccolta con le poesie per un figlio più famose, da dedicare in ogni occasione, anche senza motivo. Perché se c’è una cosa che ci insegnano i figli, è proprio che non bisogna aspettare alcun evento particolare per dimostrare il nostro amore e affetto, anche attraverso piccoli gesti quotidiani, come appunto può essere quello di pensare: “voglio dedicare una poesia a mio figlio!” (o figlia!). Di seguito troverete alcune delle più belle e famose poesie ad un figlio o a una figlia, ma anche una poesia per i figli in generale, che raccontano tutto l’amore, le speranze e i pensieri dei genitori:
Vi vedo crescere.
Siete i figli della mia vita.
Siete il mio entusiasmo, le mie certezze.
Siete il mondo d’oggi, quello vero,
non quello dipinto da chi vivendo
nel passato
è troppo stanco per capire
il presente.
Vi vedo crescere e poi d’un tratto
tutti i sentimenti diventano incertezze.
Che bello!
Voi avete la possibilità di scegliere.
Vi vedo andare avanti con l’energia e l’entusiasmo del sangue nuovo.
Vi vedo crescere e siete i figli della vita.
Per questo vi amo
e una forma di rispetto mi porta a lasciarvi andare
portando pace nel mio cuore.
I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Perché loro hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
non alla loro anima.
Perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato di entrare,
neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro
ma non volere che essi somiglino a te.
Perché la vita non ritorna indietro,
e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
(Kahlil Gibran – I tuoi figli)
I figli sono come gli aquiloni.
Insegnerai a volare ma non voleranno il tuo volo.
Insegnerai a sognare ma non sogneranno il tuo sogno.
Insegnerai a vivere ma non vivranno la tua vita.
Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.
(Madre Teresa di Calcutta)
I figli sono
la mia poesia,
la più grande verità
che mi ha dato la vita.
(Alda Merini – I figli)
Se nel crocicchio d’una via deserta
o in mezzo al mondo gaio e spensierato
incontraste un bambino abbandonato,
pallido il viso e la pupilla incerta,
che d’una madre il bacio ed il consiglio
abbia perduto, e pianga su una bara
la memoria più santa e la più cara.
oh, portatelo a me!… Sarà mio figlio.
Io lo terrò con me, per sempre. A sera
gli metterò le sue manine in croce,
con lui, per lui dicendo a bassa voce
de’ miei anni più belli la preghiera.
La parola che eleva e che conforta
io gli dirò con placida fermezza;
la gelosa e veggente tenerezza
avrò per lui de la sua mamma morta.
Io gli dirò che la vita è lavoro,
gli dirò che la pace è nel perdono;
di tutto ciò vhe è giusto e grande e buono
farò nella sua mite alma un tesoro.
Mentr’io declinerò verso l’oblìo,
e avrò la cuffia e metterò gli occhiali,
ei salirà, lo spirito agl’ideali,
le braccia alla fatica e il cuore a Dio.
(Ada Negri – Un bimbo abbandonato)
Chi sa donde mai venga il sonno lieve
che sugli occhi discende d’un bambino?
lo lo so. Esso viene da un paese
incantato. C’è un bosco piend’ ombra:
le. lucciole vi brillan debolmente,
vi cresco n fiori colmi di malìa.
Di là quel sonno viene,
a baciar sugli occhietti il mio bambino.
Chi sa donde mai venga il dolce riso
sulle labbra d’un bimbo addormentato?
lo lo so. Baciò un tempo un raggio pallido
della giovane luna il bianco viso
di una nube d’autunno, ed un mattino
rugiadoso di sogno, ecco il sorriso.
Quel sorriso che viene
a fiorir sui labbruzzi al mio bambino.
Chi sa donde sbocciò tanta freschezza
che splende sulla guancia di un bambino?
lo lo so. Da quand’era giovanetta,
lo portava la mamma dentro il cuore,
tacito dono della sua purezza,
leI mister delicato del suo amore.
Di là freschezza viene
ad ingigliar la guancia al mio bambino.
(Rabindranath Tagore – Al mio bambino)
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.
(Elli Michler – Ti auguro Tempo)
Dì a tuo figlio che è bello e ha gli occhi pieni di colori,
portalo a vedere i prati quando fioriscono
e leggigli un libro prima di dormire.
Incoraggialo anche a scrivere poesie
e spiegagli come si fa a cancellare il “giammai”
e allungare a dismisura le sillabe e gli spazi del “si può”.
E se è un sognatore
insegnagli a fare le prime passeggiate sulle nuvole.
E soprattutto ascoltalo
quando il vento degli anni è più forte
e si porta via le parole e le certezze.
(Fabrizio Caramagna – Tuo figlio)
Se riesci a non perdere la testa quando tutti
Intorno a te la perdono, dandone la colpa a te.
Se riesci ad avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,
Ma anche a tenere nel giusto conto il loro dubitare.
Se riesci ad aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato, a non abbandonarti all’odio
Pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio.
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni,
Se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta
A trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto
Travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
O vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E chinarti e ricostruirle con i tuoi strumenti logori.
Se riesci a fare un cumulo di tutte le tue vincite
E a rischiarlo tutto in un solo colpo a testa o croce,
E perdere, e ricominciare dall’inizio
Senza dire mai una parola su ciò che hai perso.
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi tendini
A sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
E di conseguenza resistere quando in te non c’è niente
Tranne la tua Volontà che dice loro: “Resistete!”
Se riesci a parlare con le folle mantenendo la tua virtù
O a passeggiare con i re senza perdere il senso comune,
Se né nemici, né affettuosi amici possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo,
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
Con un momento del valore di sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling – Se)
Non vivere su questa terra
come un estraneo
e come un vagabondo sognatore.
Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare,
ma prima di tutto credi all’uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri,
ma prima di tutto ama l’uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca,
dell’astro che si spegne,
dell’animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza
e il dolore dell’uomo.
Ti diano gioia
tutti i beni della terra:
l’ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto, a piene mani,
ti dia gioia l’uomo!
(Nazim Hikmet – Prima di tutto l’uomo)
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Poesia per una figlia
Le figlie sono le migliori amiche delle mamme e le principesse dei papà, quindi non potevamo certamente non dedicare una capitolo a chi cerca una “poesia a mia figlia“. La bellezza e la fragilità femminile sono state spesso l’ispirazione dietro i più bei componimenti poetici, ma quando si tratta di una figlia c’è un trasporto ancora più forte e viscerale.
Scegliete la vostra preferita o prendete spunto per comporre la vostra poesia: figlia o principessa di mamme e papà saranno sinonimi nel vostro cuore e nelle vostre parole!
Non dire a nessuno che ti voglio bene.
non dire a nessuno che sei il mio solo pensiero,
autentico, vero, esistente, reale.
Sei per me come il mare, immenso e profondo,
sei l’universo, sei il mio unico mondo,
sei la mia ragione di vita,
sei la mia gioia infinita.
Sei la figlia che ho tanto desiderato
e che il destino mi ha donato.
A volte non capirò le tue scelte,
non riuscirò a farti cambiare idea.
A volte dovrò lasciarti sbagliare,
lasciarti cadere.
A volte non potrò seguire i tuoi sogni
o non saremo d’accordo.
Ma non ci sarà mai e poi mai una sola volta
in cui non sarò dalla tua parte.
Sarò sempre con te, figlia mia
nella vittoria e nella sconfitta,
perché ogni cosa che fai tu
è un po’ come se la facessi anche io
perché tu sei una parte di me.
La migliore.
Mio tenero germoglio,
che non amo perché sulla mia pianta
sei rifiorita, ma perché sei tanto
debole e amore ti ha concesso a me;
o mia figliola, tu non sei dei sogni
miei la speranza; e non più che per ogni
altro germoglio è il mio amore per te.
La mia vita mia cara
bambina,
è l’erta solitaria, l’erta chiusa
dal muricciolo,
dove al tramonto solo
siedo, a celati miei pensieri in vista.
Se tu non vivi a quei pensieri in cima,
pur nel tuo mondo li fai divagare;
e mi piace da presso riguardare
la tua conquista.
Ti conquisti la casa a poco a poco,
e il cuore della tua selvaggia mamma.
Come la vedi, di gioia s’infiamma
la tua guancia, ed a lei corri dal gioco.
Ti accoglie in grembo una sì bella e pia
mamma, e ti gode. E il suo vecchio amore oblia.
(Umberto Saba – A mia figlia)
E quando sarai grande e andrai via…
voltati figlia mia e guardami,
corri ad abbracciarmi
e pensami di tanto in tanto.
pensa se puoi a questa mamma
che tanto ti ha amato e tanto ti ama ancora
e che non vorrebbe
lasciarti mai andar via.
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: «Babbo
– mi disse – voglio uscire oggi con te».
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
(Umberto Saba – Ritratto della mia bambina)
Non dimenticare mai che ti amo
La vita è piena di momenti difficili,
ma anche di istanti magici.
Impara qualcosa da ogni situazione
e diventa la donna che so che potrai essere.
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Poesia per un figlio
Secoli fa, la nascita di un figlio maschio segnava la continuità della discendenza ed era motivo di grande gioia. Ad oggi, solo un aspetto è rimasto invariato: la felicità dell’arrivo di un nuovo membro della famiglia! Questo evento merita senz’altro un ulteriore pensiero speciale, che può essere espresso attraverso le parole di una poesia ad un figlio.
Non è facile né scontato essere in grado di mettere su carta i propri pensieri quando si tratta di un legame così grande, ma sicuramente troverete quello che fa per voi per dedicare o scrivere la vostra personalissima poesia al figlio che amate così tanto! Ecco le nostre proposte per le più belle “poesie per mio figlio“:
Ti seguo ogni giorno per insegnarti qualcosa…
A seminare, a raccogliere, a godere di ogni cosa!
A guardare avanti superando ogni cima…
A rafforzare, con orgoglio, di te stesso, la stima!
Ad amare i libri, la natura e la tecnologia…
La scienza, la musica, e, dell’arte, la magia!
A essere semplice, umile e ingegnoso…
A vivere, come un primitivo, libero e gioioso!
A immaginare il tuo futuro in maniera creativa…
A tenere, della curiosità, la scintilla sempre viva!
Ad aiutare chi ti sembra perso e in difficoltà…
A sperimentare quanta “pienezza” dia, la solidarietà!
Sono nata, da seconda, da una costola di Adamo…
Ma sono “prima” perché ti genero, ti accolgo, ti ascolto e ti amo!
Quando diventerai grande
non potrò darti soluzioni
a tutti i problemi della vita,
ma prometto di ascoltarti e
di starti sempre accanto…
Non posso prometterti che
non cadrai mai, ma ti prometto
che allungherò sempre la mia mano
e ti aiuterò ad alzarti…
Non potrò evitare la sofferenza,
ma ti prometto che ogni volta che piangerai
io piangerò con te e ti aiuterò a
mettere tutti i pezzi al loro posto.
Figlio, ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi io, continuo a salire…
E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.
(Langston Hughes – La madre al figlio)
Mio figlio è il battito del mio cuore,
il motivo di ogni mio respiro.
La mia completezza,
il mio ossigeno,
la mia salvezza.
Semplicemente il mio tutto.
E quando sarai grande e andrai via…
voltati figlio mio e guardami,
corri ad abbracciarmi
e pensami di tanto in tanto.
pensa se puoi a questa mamma
che tanto ti ha amato e tanto ti ama ancora
e che non vorrebbe
lasciarti mai andar via.
Ho chiuso gli occhi per un istante
e il piccolo bambino che eri
si è trasformato in un uomo.
Ora non posso più tenerti fra le mie braccia,
ma ti terrò sempre nel mio cuore.
Mi hai dato innumerevoli ragioni
per essere fiera di te,
però quello che mi rende
ancora più orgogliosa
è che sei mio figlio.
Si tengono per mano
in silenzio,
sotto i portici.
Il bambino guarda l’altalena,
molto triste,
sotto la pioggia,
e non capisce.
Il padre guarda il bambino:
è la vita, figlio mio
– vorrebbe potergli dire -,
ed è appena cominciata.
(Karmelo C. Iribarren – Temporale estivo)
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Poesie sulla nascita di un figlio
La nascita di un figlio è un evento tanto naturale quanto spettacolare. Le mamme vivono l’attesa del parto in modo sempre più vivido, i papà ne sono travolti come un fiume in piena. Per l’intera famiglia è un momento destabilizzante, terrificante nella sua pienezza.
Ognuno di noi vive la gravidanza e il parto in modo unico e diverso, ma le prossime poesie a un figlio appena nato racchiudono quei sentimenti e quelle emozioni così universali che leggendole ognuno di noi potrà rivivere quel momento nel suo cuore.
Inoltre, queste poesie per il figlio appena nato sono un bellissimo modo per annunciare a parenti e amici, vicini e lontani, il lieto evento con le parole più belle e originali!
Per nove mesi ho immaginato il tuo profilo, il tuo aspetto, il tuo profumo, il nostro abbraccio.
Poi ti ho incontrato e avevo sbagliato tutto perché hai superato ogni mia aspettativa.
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?
(Rabindranath Tagore – Maternità)
Ti ho generato col solo pensiero figlio
e non sei mai sceso nel mio corpo
come una buona rugiada.
Però sei diventato un’ape laboriosa,
hai fecondato tutto il mio corpo
e a mia volta son diventato tuo figlio,
figlio del tuo pensiero.
Forse, quando morirò,
partorirò tutta la dolcezza
che mi hai messo nel primo sguardo.
(Alda Merini – A mio figlio)
Tranquillo come ogni giorno,
così anche questo mattino
hai aperto gli occhi, bambino,
e sorridendo guardi intorno.
Filtra un vivido sole
attraverso la chiusa finestra
insieme a piane parole
che hanno sapore di festa.
Ascolti un volar tacito
di passi in qualche stanza:
sembra d’angeli una danza
tra un sussurro di soffici baci.
Ecco un tremulo vagito,
quasi un belare umano:
sembra giungere da lontano
dopo un viaggio infinito.
Rapido t’alzi, chiedi,
ansioso, che mai c’è.
La voce ripete: “Uèeee… Uèeee!”
Qualcuno leva dalla bocca un dito;
tu vai in punta di piedi
verso un silenzioso invito
e sorridi a ciò che vedi.
Scesa da chissà quali cieli,
ravvolta in candidi veli,
come tra i petali il cuore
profumato di un fiore,
in una culla vaporosa
s’agita qualcosa:
una creatura novella
la tua piccola sorella.
I suoi occhi color del mare
non sanno ancora guardare;
la sua boccuccia fresca
odora di latte e di pesca;
le sue chiuse manine
paiono in boccio roselline.
Tu la contempli quasi smarrito.
Quand’ella, col suo vagito,
sembra chiedere: “Uèèèè…
la mia mammina, dov’è?”
Domandi anche tu perchè
lì, presso, mamma non c’è.
La mamma è tanto stanca!
Ella passò la notte bianca:
fece un lungo cammino
stringendo al cuore quel cuoricino.
Ora dorme, ma appena
si sveglierà serena,
vicino a sè vorrà
la sua trepida felicità:
tu e quella creatura fresca
che odora di latte e di pesca
e vagisce così
come tu pure un dì.
(M. Chierighin – È nata una creatura)
C’è un neonato in casa mia
chi non sa che cosa sia?
Un neonato è un fratellino
tutto nuovo e piccolino,
con due occhioni e una boccuccia
che dì e notte succia succia;
succia il latte e succia il dito
con un fare sbigottito.
Dorme spesso e strilla assai,
ma è carino quanto mai;
già lo dice anche la balia:
“È il più bel bimbo
che ci sia!”
(Lina Schwarz)
Quando vagisce il bambino
lo sa Iddio quello che dice
solo, sorride ed accenna…
Che pensa? Che dice? Ride. Perchè?
E, come il vento della sera al fiore,
così gli parla la sua mamma
tenera e dolce gli parla
ma non la intende nessuno.
Che dicono tra loro così a lungo
nemmeno al babbo è dato sapere:
linguaggio celeste. Segreto profondo.
Nessuno lo intende, gli angeli solo.
(G. Geza – Quando il bambino)
Nascita di un bimbo, nascita di un fiore
Spuntano alla vita, frutto di un amore
E’ un evento naturale, è una cosa assai normale
C’era ieri e accade oggi, ma non sempre te ne accorgi
Siam purtroppo abituati a veder ogni realtà
come una normalità
Grande o piccola che sia, Oggi accade e passa via.
Sole, luna, prati e stelle, non vediam neppure quelle
Troppo spesso indaffarati, follemente preoccupati
A cercar felicità in chissà quale realtà
Ed un giorno come gli altri, sei lì lì per annoiarti
Ecco arriva all’insaputa la notizia di una nascita avvenuta
Dici ”non è poi così speciale”
Ma da quando è arrivata sta notizia è come il sale
E giungendo inaspettata dà sapor alla giornata.
Chiudo qui la filastrocca che poi leggere ti tocca
Chiudo qui la tiritera se no poi finiam che è sera
Non si può che ringraziare
questo bimbo appena nato
Per averci regalato l’occasione di pensare
Come è facile trovare anche la felicità nella quotidianità.
Persone male informate
o più bugiarde del diavolo
dicono che tu sei nato
sotto a una foglia di cavolo.
Altri maligni invece
sostengono senza vergogna:
Sei venuto al mondo
a bordo di una cicogna.
Se mamma ti ha comperato
come taluni pretendono
dimmi: dov’è il negozio
dove i bambini si vendono.
Tali notizie sono
prive di fondamento,
ti ha fatto la tua mamma
e devi essere contento.
(Gianni Rodari – Mi ha fatto la mia mamma)
Sai da dove vieni?
… vicino all’acqua d’inverno
io e lei sollevammo un rosso fuoco
consumandoci le labbra
baciandoci l’anima,
gettando al fuoco tutto,
bruciandoci la vita.
Così venisti al mondo.
Ma lei per vedermi
e per vederti un giorno
attraversò i mari
ed io per abbracciare
il suo fianco sottile
tutta la terra percorsi,
con guerre e montagne,
con arene e spine.
Così venisti al mondo.
Da tanti luoghi vieni,
dall’acqua e dalla terra,
dal fuoco e dalla neve,
da così lungi cammini
verso noi due,
dall’amore che ci ha incatenati,
che vogliamo sapere
come sei, che ci dici,
perché tu sai di più
del mondo che ti demmo.
Come una gran tempesta
noi scuotemmo
l’albero della vita
fino alle più occulte
fibre delle radici
ed ora appari
cantando nel fogliame,
sul più alto ramo
che con te raggiungemmo.
(Pablo Neruda – Il figlio)
È accaduto un fatto strepitoso:
è nato un bimbo meraviglioso.
Sapete chi è?
Della sua casa è il re
È stato tanto desiderato,
ora è da tutti coccolato.
Osserva il mondo con occhio vivace
e per lui è fatto solo di tanta pace.
Ha un sorriso bello smagliante
che infonde simpatia all’istante.
Dal suo adorato castello
il mondo gli sembra bello.
(Rosalba Giliberti – È nato un bimbo)
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Poesie sulla morte di un figlio
Alcune tragedie non dovrebbero mai avere luogo, ma purtroppo non è sempre così. Ogni lutto è devastante, ma quando si tratta del proprio figlio il dolore può sopraffare in modo incontrollabile. Ognuno affronta il dolore in modo personale, ma il proposito delle poesie per un figlio morto, sia per chi le ha composte che per chi le legge, è quello di elaborare il lutto di un perdita così grande, trasformando in parole i nodi alla gola che non trovano risposta.
Il dolore provato
non se n’è mai andato,
penso solo che ora in Terra
c’è un pezzo di cielo che cammina con me.
Non c’è amore più grande di quello provato quando ti vidi per la prima volta.
Non c’è dolore più forte di quello provato quando ti salutai per l’ultima
Perché il mio cuore è pieno di tristezza?
Perché i tuoi occhi piangono lacrime di dolore?
Io ci sono, guardami!
Io sono il sole che al mattino sorge
ed illumina le tue giornate.
Io sono la stella che brilla di più nel cielo
e che veglierà sempre su di te.
Io sono il vento che ti sussurra una dolce melodia.
Io sono la pioggia che annaffia il tuo giardino
per dar vita a nuovi fiori.
Io sono l’arcobaleno che dopo un temporale
colora il cielo di mille sfumature.
Io sono il canto degli uccelli
che ascolti durante la giornata.
Io sono un filo sottilissimo
che i tuoi occhi non possono vedere
ma il tuo cuore può sentire.
Pensami e non essere triste
fammi veder nascere dalle tue labbra un sorriso
ed io sarò felice insieme a te!
L’albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da’ bei vermigli fior,
Nel muto orto solingo
Rinverdí tutto or ora
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l’inutil vita
Estremo unico fior,
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.
(Giosuè Carducci – Pianto Antico)
Figlio,
Sei con noi per sempre
Lungo i nostri giorni vuoti
Dentro i nostri abbracci
Privi dello sguardo azzurro
della tua adolescenza buona.
È difficile capire il senso di questo dolore senza fine,
ma restiamo aggrappati al tuo sorriso.
È faticoso crederlo,
ma sei la parte migliore di noi
che già vive in Paradiso.
(Anna Maria Folchini Stabile – Figlio)
Tu eri il mio battito,
tu eri la mia ragione di vita,
tu eri il mio cuore,
tu eri il mio tutto.
Il mio cuore è volato via con te quel giorno.
“Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto…”
E il volto già scomparso
Ma gli occhi ancora vivi
Dal guanciale volgeva alla finestra,
E riempivano passeri la stanza
Verso le briciole dal babbo sparse
Per distrarre il suo bimbo…
Ora potrò baciare solo in sogno
Le fiduciose mani…
E discorro, lavoro,
Sono appena mutato, temo, fumo…
Come si può ch’io regga a tanta notte?…
Mi porteranno gli anni
Chissà quali altri orrori,
Ma ti sentivo accanto,
M’avresti consolato …
Mai, non saprete mai come m’illumina
L’ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più…
Ora dov’è, dov’è l’ingenua voce
Che in corsa risuonando per le stanze
Sollevava dai crucci un uomo stanco?
La terra l’ha disfatta, la protegge
Un passato di favola…
Ogni altra voce è un’eco che si spegne
Ora che una mi chiama
Dalle vette immortali.
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null’altro vedano
Quando anch’essi vorrà chiudere Iddio…
E t’amo, t’amo, ed è continuo schianto!…
Sono tornato ai colli, ai pini amati
E del ritmo dell’aria il patrio accento
Che non riudrò con te,
Mi spezza ad ogni soffio…
Non più furori reca a me l’estate,
Né primavera i suoi presentimenti;
Puoi declinare, autunno,
Con le tue stolte glorie:
Per uno spoglio desiderio, inverno
Distende la stagione più clemente!…
(Giuseppe Ungaretti – Giorno per giorno)
Ricordati di me.
Siamo morti insieme e siamo vivi insieme.
Tu hai una parte di me e io di te.
Per sempre.
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
(Fernando Pessoa – La morte è la curva della strada)
Era vivo, rideva,
camminava e giocava.
Natura, prendendolo che hai avuto?
Tu hai milioni
di uccelli colorati,
foreste, stelle, oceani,
il cielo infinito.
Perché l’hai strappato
dal seno della madre,
l’hai nascosto in seno alla terra
e l’hai ricoperto di fiori?
O Potente Natura
di miriadi di stelle e di fiori,
hai rubato un bambino!
S’è forse ingrandito
il tuo tesoro infinito?
Hai così aumentato d’un granello
La tua felicità?
Eppure, un cuore di mamma,
immenso come il tuo,
con la perdita del bambino
ha perduto tutto!
(Rabindranath Tagore – Morte del bambino)
Tu sei una stella per me,
la mia stella.
Sei tu quella che guardo mentre miro il cielo:
tra la luna, le stelle e le nuvole
cerco te.
Sei tu che chiamo quando soffro,
quando il mio cuore si serra nella solitudine.
Sei tu che cerco in ogni angolo della casa,
sei tu che cerco tra la folla,
come se da un momento all’altro
dovessi comparirmi davanti.
E quando mi ritrovo solo nel letto,
cerco la tua mano,
ti sento vicina e serro il cuscino.
Il letto sembra enorme per me
tutto solo e senza te:
ti cerco, ti chiamo,
ma tu non ci sei, non rispondi.
Sii sempre la mia stella,
brilla sempre per me:
nel nostro cielo c’è tanto spazio
per te, per me e per noi.
Se cammino solo e guardo il cielo
ti sento vicina:
ti parlo e le mie mani vorrebbero
essere tanto grandi
da poter cogliere quella stella
che brilla per me: tu.
Tu sei la mia stella:
vivo della tua luce
vivo del tuo splendore,
ti guardo, ti ammiro,
ti cerco fra tutte le stelle del cielo.
So che se lì, pensi a me,
che guardi me:
i nostri sguardi raccontano,
i nostri pensieri si armonizzano,
i nostri cuori si uniscono
in un abbraccio che solo un poeta può capire.
Sei tanto lontana da me,
ti vedo sparire,
ti sento scivolare dalle mie mani,
eppure ti vedo, ti sento, vorrei toccarti
come si sfiora con le mani un petalo di rose.
Il mio cuore resta nei miei occhi
che fissano quella stella:
la mia stella.
(Giuseppe Petronella – La mia stella)
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Poesia per neonato
Le prime settimane di vita di un bambino sono un turbinio di emozioni. La paura di sbagliare, lo stress del cambiamento, le notti in bianco, ma anche l’emozione, l’amore, l’adrenalina, la felicità che ci farebbe urlare al mondo che il nostro bambino è nato, è qui, finalmente lo stringiamo tra le braccia!
Un modo per condividere con i nostri amici e parenti la nostra gioia, ma anche per trovare le parole giuste per dare il benvenuto al mondo al nostro bambino, è senza dubbio quello di dedicargli o dedicarle delle poesie per neonati, che raccontano proprio la meraviglia di questo brevissimo e intensissimo periodo della vita.
Ti regaliamo un sorriso per portarti allegria
e se avrai paura ti farà compagnia,
perché il sorriso è come il sole:
illumina il cammino e riscalda il cuore.
Gli uomini sono fatti per intendersi
per comprendersi amarsi
hanno figli che saranno padri d’uomini
hanno figli senza casa senza patria
che reinventeranno le case
che reinventeranno gli uomini
e la natura e la patria
quella di tutti gli uomini
quella di tutti i tempi.
(Paul Éluard – L’amore, la morte, la vita)
Docile e incerto si posa il palmo
de la pargoletta mano sull’incavo del seno
e tenera boccuccia stille di latteo nettare reclama.
Sono due grandi occhi fissi nei miei, i miei nei tuoi
e t’amo. E t’amo e poi ti chiedo: “Chi sei, dov’eri?
Prima che al mondo fossi col canto d’un vagito?
Prima che al buio attendessi dal mio ventre l’uscita?”
Nello spessor del tempo tu palpitavi forte,
ti tramavano alacri tessitori d’amore.
Fosti poi nel mio cuore come incerta speranza,
al cessar d’una bimba divenuta ormai donna.
Ed ancora venisti alla luce d’un volto, al profilo d’un corpo:
ti strappò al tuo nulla desiderio imperioso
di tuo padre e tua madre: assentì il nostro amore
ai due corpi abbracciati se piovean su di me le parole sognate: e s’apriva alla brezza gelsomino notturno,
e s’univano i semi in un grido d’amore
e la vita fu in me, non più incerta speranza,
cadenzata da un cuore già all’unison col mio,
ritmando l’uscita dal mio porto sicuro.
Or si chiudon le palpebre sugli occhi tuoi grandi,
son di latte tue labbra, sono azzurri i tuoi sogni,
son di trine i silenzi e ti cullo e tu dormi.
Ti stringerò al mio petto mille volte
e mille volte ancora.
Ogni volta mi ripeterò incredula che ti ho creato io,
eri nella mia pancia e ora sei qui con me.
Mi emozionerò e meraviglierò ogni volta solo guardandoti,
perché la vita è il miracolo più bello
e tu sei il mio miracolo.
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Frasi d’amore da dedicare ai figli
Se le poesie per un figlio speciale sono troppo lunghe e cercate qualcosa d’impatto per dire al mondo quanto li amate, forse vi torneranno utili queste brevi frasi d’amore da dedicare ai figli.
Perfette per arricchire le vostre foto insieme, per un album pieno non solo di ricordi, ma anche di affetto! E non solo: nell’era dei social, non possono mancare sui vostri profili le più toccanti frasi d’amore per i figli, per gridare al mondo intero quanto siano preziosi per voi!
Sei la parte più bella di noi, quella che andrà oltre quando noi ci dovremo fermare.
Nella mia casa non ci sono ricchezze materiali, nessun quadro di valore, nessun pezzo d’antiquariato, nessuna cassaforte con soldi o gioielli. Ma c’è mia figlia, la ricchezza più grande del mondo.
Forse non posso darti tutto amore mio, ma tu figlio, sei il mio tutto.
Un giorno capirai perché ti amo così tanto, capirai il perché dei miei “no” e dei miei “fai la brava”, perché ti dico “stai attenta”. Si, un giorno capirai perché per te darei la vita.
Figlia mia, sei il gioiello che ho portato in pancia per nove mesi, in braccio per anni e tutta la vita nel mio cuore.
Non dimenticare mai che ti amo. La vita è piena di momenti difficili, ma anche di istanti magici. Impara qualcosa da ogni situazione. Diventa la donna che so che potrai essere.
L’uomo della mia vita, l’ho messo al mondo io.
Il giorno della tua nascita è stato il più bel appuntamento al buio che abbia mai avuto e il più grande e inaspettato colpo di fulmine mai provato.
Un figlio è l’amore assoluto. È ciò che mettiamo sopra a ogni cosa. È quello per cui siamo disposti a rinunciare a tutto. Anche a noi stessi.
(M. Santoro)
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Canzoni sui figli
Per concludere questo viaggio nelle poesie da mamma a figlio e nelle poesie padre-figlio, spostiamo l’attenzione su un’altra forma di poesia: la musica. Il connubio di parole e melodia dà luogo a canzoni che faranno per sempre da sottofondo ai vostri ricordi più belli, che spesso nella vita di un genitore sono proprio quelli legati all’arrivo di un figlio e alla vita con lui.
Forse già conoscete queste canzoni, ma non le avete mai viste nella prospettiva di poesie dedicate al figlio… buona scoperta!
È per te il colore delle foglie
la forma strana delle nuvole
è per te il succo delle mele
è per te il rosso delle fragole
è per te ogni cosa che c’è, ninna na, ninna e
(Jovanotti – Per te)
Sometimes I think I’m crazy
I’m crazy, oh so crazy
Why am I here, am I just wastin’ my time?
But then I see my baby
Suddenly I’m not crazy
It all makes sense when I look into her eyes
Sometimes it feels like the world’s on my shoulders
Everyone’s leanin’ on me
‘Cause sometimes it feels like the world’s almost over
But then she comes back to me
(Eminem – Hailie’s Song)
Avrai carezze per parlare con i cani
E sarà sempre di domenica domani
E avrai discorsi chiusi dentro e mani
Che frugano le tasche della vita
Ed una radio per sentire che la guerra è finita
Avrai avrai avrai
(Claudio Baglioni – Avrai)
A modo tuo
Andrai, a modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
Sarà difficile vederti da dietro
Sulla strada che imboccherai
Tutti i semafori
Tutti i divieti
E le code che eviterai
Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola
Quella che sarai
(Elisa – A modo tuo)
Sarà sarà l’aurora
Per me sarà così
Come uscire fuori
Come respirare un’aria nuova
Sempre di più
E tu e tu amore
Vedrai che presto tornerai
Dove adesso non ci sei
(Eros Ramazzotti – L’Aurora)
My wish, for you, is that this life becomes all that you want it to
Your dreams stay big, your worries stay small
You never need to carry more than you can hold
And while you’re out there getting where you’re getting to
I hope you know somebody loves you, and wants the same things too
Yeah, this, is my wish
(Rascal Flatts – My wish for you)
Ogni tanto penso a te
Sposti tutti i miei confini
Amor che bello darti al mondo
Amor che bello darsi al mondo
Quando quest’alba esploderà
Vivrò nel fuoco di una stella
Per lasciare con te la terra
(Gianna Nannini – Ogni tanto)
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