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Socrate: 245 frasi, aforismi e immagini che raccontano il pensiero del filosofo

Una raccolta dei pensieri più belli di Socrate. Frasi celebri, aforismi, citazioni e immagini che contengono il pensiero di uno degli esponenti più importanti della tradizione filosofica occidentale.

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Socrate: frasi, citazioni e aforismi sul suo pensiero

Oggi vediamo le frasi di uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale: Socrate. Dato il metodo del dialogo, utilizzato per confutare concetti morali comuni, è anche ritenuto il padre della filosofia morale. A causa della sua ricerca filosofica, fu condannato a morte e dunque viene considerato come un martire della libertà di pensiero. Ma vediamo le frasi di Socrate più significative, giunte fino a noi e da cui possiamo comprendere in parte il suo pensiero.

Frasi di Socrate: i pensieri più significativi giunti fino a noi

Non tutti sanno che Socrate non ha lasciato scritti che ne dimostrino in via diretta il pensiero. Tuttavia la sua filosofia è giunta fino ai giorni nostri grazie alle opere dei suoi discepoli. Tra loro il più noto è certamente Platone, il quale ha condiviso con il suo maestro diverse idee per poi giungere a un pensiero indipendente. In questo paragrafo vediamo, per Socrate, citazioni a lui attribuite da chi ha messo per iscritto le sue idee, veicolate solo oralmente.

È sapiente solo chi sa di non sapere. Chi s’illude di sapere ignora così perfino la sua stessa ignoranza.

Mi sembra una cosa straordinaria: conoscere la spiegazione di ogni cosa, sapere perché ha inizio, perché finisce, perché è.

La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all’ingiusto.

La natura ci ha dato due orecchie, due occhi e solo una lingua fino alla fine che dovremmo ascoltare e vedere più di quanto parliamo.

Sii come desideri sembrare.

La vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta.

Vorrei solo che la gente comune avesse una capacità illimitata di fare del male, allora potrebbe avere un potere illimitato per fare del bene.

Non bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione.

Considera il tuo buon nome come il gioiello più ricco che puoi possedere, perché il credito è come il fuoco; quando, una volta acceso, potresti facilmente preservarlo, ma se lo estingui, troverai un compito arduo riaccenderlo di nuovo.

Le parole false non solo sono cattive per conto loro, ma infettano anche l’anima con il male.

Un sistema di moralità basato su valori emotivi relativi è una mera illusione, una concezione completamente volgare che non contiene alcun suono e nulla di vero.

I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperatura e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria.

Non pensare a quei fedeli che lodano tutte le tue parole e azioni, ma quelli che gentilmente rimproverano i tuoi difetti.

La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.

Il modo per ottenere una buona reputazione è sforzarsi di essere ciò che desideri apparire.

Diceva che gli altri uomini vivono per mangiare, mentre lui mangiava per vivere.

Ricorda che non c’è nulla di stabile negli affari umani; perciò evita un’eccessiva euforia nella prosperità o un’indebita depressione nelle avversità.

Non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare.

È una vergogna invecchiare attraverso la pura spensieratezza prima di vedere che tipo di uomo potresti diventare sviluppando la tua forza corporea e la bellezza al loro massimo limite.

Ho gettato via la mia tazza quando ho visto un bambino che beveva al ruscello dalle proprie mani.

Se un uomo è orgoglioso della sua ricchezza, non dovrebbe essere elogiato fino a quando non si saprà come la impiega.

Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che sembro essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so.

Ho deciso che non era la saggezza che permetteva ai poeti di scrivere la loro poesia, ma una sorta di istinto o ispirazione, come quella che trovi nei veggenti e nei profeti che trasmettono tutti i loro messaggi sublimi senza sapere minimamente cosa significano.

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Nessuno, dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a escogitare i mezzi per sfuggire, a tutti i costi, alla morte. (Socrate)

Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell’individuo dal quale volevi fuggire.

La vera saggezza viene a ciascuno di noi quando ci rendiamo conto di quanto poco capiamo della vita, di noi stessi e del mondo che ci circonda.

Impiega il tuo tempo a migliorare te stesso con gli scritti di altri uomini in modo da venire facilmente da ciò per cui gli altri hanno lavorato duramente.

Non ottenere i tuoi amici con semplici complimenti, ma dando loro dei segni sensibili del tuo amore.

Il modo più breve e sicuro di vivere con onore nel mondo, è in realtà quello che sembreremmo essere; e se osserviamo, scopriremo che tutte le virtù umane aumentano e si rafforzano praticandole.

Se tutte le disgrazie fossero poste in un cumulo da cui ognuno deve prendere una parte uguale, la maggior parte delle persone di accontenterebbe di prendere le proprie e partire.

Nessun uomo intraprende il mestiere che non ha imparato, nemmeno il più cattivo; eppure tutti si ritengono sufficientemente qualificati per il più difficile di tutti gli scampi, quello del governo.

Re e governanti non sono coloro che portano con sé uno scettro, ma quelli che sanno comandare.

L’ora della partenza è arrivata e andiamo per la nostra strada; io per morire e tu per vivere. Chi è migliore? Solo Dio lo sa.

Che strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di loro segua sempre il suo contrario e che tutti e due non vogliano mai trovarsi nella stessa persona.

Le nostre preghiere dovrebbero essere per le benedizioni in generale, perché Dio conosce meglio ciò che è buono per noi.

Ricorda, nessuna condizione umana è mai permanente. Allora non sarai felicissimo per la buona fortuna né troppo sprezzante per la sventura.

Preferirei morire dopo avere parlato secondo i miei modi, piuttosto che parlare nei tuoi modi e vivere.

L’umanità è composta da due tipi di persone sagge: quelli che sanno di essere pazzi e pazzi che pensano di essere saggi.

Nessuno, dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a escogitare i mezzi per sfuggire, a tutti i costi, alla morte.

Ogni volta che le persone vengono ingannate e formano opinioni ampie della verità, è chiaro che l’errore è scivolato nella loro mente attraverso il mezzo di certe somiglianze con quella verità.

Le persone senza valore amano solo mangiare e bere, le persone che valgono la pena mangiano e bevono solo per vivere.

I bambini oggi sono dei tiranni. Contraddicono i genitori, ingoiano il loro cibo, e tiranneggiano i loro insegnanti.

Il saggio non si espone al pericolo senza motivo, poiché sono poche le cose di cui gli importi abbastanza; ma è disposto, nelle grandi prove, a dare perfino la vita, sapendo che a certe condizioni non vale la pena di vivere

Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l’uno non riconosca che l’altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l’altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull’argomento proposto nella discussione.

Se potessi arrampicarmi fino al punto più alto di Atene, solleverei la mia voce per proclamare – Concittadini, perché girate e raschiate ogni pietra per acquistare benessere, e vi prendete così poca cura dei vostri figli, ai quali un giorno dovrete lasciare tutto quanto?

Quei giovani che più di tutti hanno tempo libero e che sono figli dei più ricchi, gioiscono nell’ascoltare come gli uomini vengano da me sottoposti a esame, e più volte esse stessi mi imitano, e cercano di sottoporre a esame anche altri.

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Il pensiero di Socrate: aforismi filosofici e massime

Passiamo ora agli aforismi di Socrate, frasi brevi che racchiudono, in pochissime parole, il fulcro del suo pensiero. In questi aforismi, Socrate, tratta di vari aspetti della vita e della conoscenza, delle vere e proprie perle di saggezza che dimostrano quanto abbia influenzato i filosofi venuti dopo di lui. Ecco quindi altre citazioni di Socrate prese qua e là, da cui trarre insegnamento.

La meraviglia è l’inizio della saggezza.

Per ritrovarti, pensa da solo.

È ricco chi è contento del minimo perché la contentezza è la ricchezza della natura.

Una volta resa uguale all’uomo, la donna diventa la sua superiora.

L’ignoranza è l’origine di tutti i mali.

La ricerca porta alla verità.

È meglio subire ingiustizia piuttosto che farla.

L’invidia è l’ulcera dell’anima.

Quello che non so non credo di saperlo.

Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo.

Dai desideri più profondi spesso arriva l’odio più mortale.

La vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta.

Le parole troveranno credito quando i fatti daranno certezze.

È meglio cambiare un’opinione piuttosto che persistere in un’opinione sbagliata.

Conosci te stesso.

La scimmia più bella è brutta in confronto all’uomo.

Di quante cose posso fare a meno!

La saggezza reale è di Dio e la saggezza umana ha poco o nessun valore.

A cosa serve avere tanti libri e librerie se poi non basterebbe una vita intera per leggere solo i titoli?

La saggezza inizia nello stupore.

La persona invidiosa diventa magra con il grasso del prossimo.

È il più ricco chi si accontenta di meno, perché il contenuto è la ricchezza della natura.

Viviamo intorno a un mare come rane intorno a uno stagno.

Otteniamo la nostra prima misura di intelligenza quando ammettiamo per la prima volta la nostra ignoranza.

L’educazione è l’accensione di una fiamma, non il riempimento di una nave.

Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza.

Chi non si accontenta di ciò che ha, non si accontenterebbe di ciò che vorrebbe avere.

Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane.

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Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza. (Socrate)

Sii lento a cadere nell’amicizia, ma quando sei dentro, continua con fermezza e costanza.

Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso.

L’amico deve essere come il denaro, prima di averne bisogno, si sa che valore ha.

La mente è tutto quello che pensi di diventare.

Nell’infanzia sii modesto, nei giovanezza sii temperato, solo nell’età adulta e nella vecchiaia sii prudente.

Nulla è da preferire davanti alla giustizia.

Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.

Sii gentile, perché tutti quelli che incontri stanno combattendo una dura battaglia.

Colui che sa cosa veramente fare lo farà.

La contentezza è ricchezza naturale, il lusso è povertà artificiale.

Il modo migliore per vivere con onore in questo mondo è ciò che pretendiamo di essere.

L’importante non è vivere, ma vivere bene.

L’unica vera saggezza è nel sapere che non sai nulla.

Sapere è sapere che non sai nulla. Questo è il significato della vera conoscenza.

Le menti forti discutono di idee, le menti medie discutono di eventi, le menti deboli discutono di persone.

La morte può essere la più grande di tutte le benedizioni umane.

Non la vita, ma la buona vita, deve essere valutata principalmente.

Solo l’estremo ignorante o l’estremo intelligente possono resistere al cambiamento.

Le persone chiedono la libertà di parola per compensare la libertà di pensiero che evitano.

Quando il dibattito è finito, la calunnia diventa lo strumento del perdente.

Non possiamo vivere meglio che nel cercare di diventare migliori.

Se salvo la mia intuizione, non mi occupo di debolezza della vista.

Il denaro non fa ricco se non si sa spenderlo.

Tutte le guerre sono combattute per denaro.

Siate felici, agite nella felicità. sentitevi felici, senza alcuna ragione particolare.

La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l’anima e il corpo, l’una dall’altra.

La presunzione gonfia gli uomini stolti, allo stesso modo che il vento gli otri vuoti.

La scienza non è altro che percezione.

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Apologia di Socrate: frasi che racchiudono il pensiero del filosofo

Per quanto riguarda l’Apologia di Socrate, le frasi che leggiamo sono quelle scritte dall’autore di tale opera, ovvero Platone. Parla del processo a Socrate, e viene ritenuto la fonte maggiormente attendibile su come siano andate le cose. Scopriamo quindi cosa è avvenuto nel corso del processo che ha portato alla condanna a morte, con queste frasi celebri attribuite a Socrate.

Mi glorierei anch’io e inorgoglirei, se sapessi; ma io non so, Ateniesi.

Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta.

Uomini, il più sapiente fra voi è chi, come Socrate, ha riconosciuto che in verità non è di nessun valore, per quanto concerne la sapienza.

Dalla virtù stessa nascono le ricchezze e tutti gli altri beni per gli uomini, e in privato e in pubblico.

Al mio nome ricorre perché mi usa come un esempio, come per dire: “Il più sapiente fra voi, uomini, è colui che come Socrate si sia reso conto che quanto a sapienza non val nulla”.

Ma è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e voi, invece, a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio.

Ma probabilmente, cittadini, davvero sapiente è il dio, e con quel suo oracolo intende dire che la sapienza umana vale poco o niente.

Se io volessi essere così come sono, né per nulla sapiente della loro sapienza né ignorante della loro ignoranza, o avere l’una e l’altra cosa, mi giovava essere come sono.

Tu, ottimo uomo, poiché sei ateniese, cittadino della Polis più grande e più famosa per sapienza e potenza, non ti vergogni di occuparti delle ricchezze, per guadagnarne il più possibile, e della fama e dell’onore, e invece non ti occupi e non ti dai pensiero della saggezza, della verità, e della tua anima, perché diventi il più possibile buona?

È chiaro, infatti, che una volta resomi conto dell’errore, smetterò di fare ciò che in ogni caso compio involontariamente.

Socrate, non ti vergogni di esserti dedicato ad una attività per la quale sei ora esposto al rischio di morire?

Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte.

Tenterò di difendermi ora davanti a Meleto, l’uomo perbene, il patriota, come dice di essere, e dagli accusatori più recenti.

Il modo per scampare alla morte abbondano, in ogni tipo di pericolo, basta che uno se la senta di fare e dire qualsiasi cosa.

E allora, Meleto? Alla tua età sei tanto più sapiente di me alla mia.

Su quanto dicevano contro di me i primi accusatori, basti, davanti a voi, questa autodifesa.

Lasciatelo rispondere, cittadini, e non schiamazzate per una parte o per l’altra. C’è qualcuno che non crede nei cavalli, ma in realtà ippiche? C’è qualcuno che non crede nei flautisti, ma in realtà flautistiche?

Ma bisogna, giudici, che anche voi speriate bene davanti alla morte e teniate in mente questa verità, che non può esserci male per un uomo buono, né da vivo né da morto, e niente di quanto lo riguarda è trascurato dagli dei; anche le mie vicende d’ora non sono avvenute da sé, ma mi è chiaro che ormai per me morire ed esser liberato dal peso dell’azione era la cosa migliore.

Il tribunale ha deliberato a favore della condanna di Socrate a morte.

Salla virtù stessa nascono le ricchezze e tutti gli altri beni per gli uomini, e in privato e in pubblico. (Apologia di Socrate)

Ma per Zeus, ti sembro così? Non credo in nessun dio? Assolutamente no, per Zeus!

Ma, cittadini ateniesi, Platone, che è qui, e Critone, e Critobulo, e Apollodoro, insistono perché proponga una pena pecuniaria di trenta mine e per darne loro stessi garanzia. Mi multo allora di tanto. E ne saranno garanti per voi questi qui, con la corrispondente quantità di denaro.

Io vado intorno facendo nient’altro se non cercare di persuadere voi, e più giovani e più vecchi, che non dei corpi dovete prendervi cura, né delle ricchezze né di nessun’altra cosa prima e con maggiore impegno che dell’anima.

Se dunque devo chiedere quello che merito secondo giustizia, mi sia assegnata questa pena: mangiare nel Pritaneo.

Tu hai evitato di stare con me e di darmi insegnamento e non ne hai avuto voglia, e mi porti qui in tribunale, dove si usa condurre chi ha bisogno di essere punito ma non chi ha bisogno di imparare.

Che cosa merito di subire o di pagare, perché nella mia vita non me ne sono stato tranquillo a studiare, ma trascurando ciò di cui si interessano i più – fare soldi, amministrare la casa, aspirare a comandi militari, a ruoli pubblici di oratore e ad altre cariche, partecipare alle associazioni politiche e alle lotte intestine della città – e ritenendomi troppo onesto per sopravvivere in quegli ambiti, non andavo dove non sarei stato certo utile a voi e a me, ma vi facevo un grandissimo servizio rivolgendomi a ciascuno di voi in privato?

Non è così che ve la caverete, non è possibile e neanche bello: il modo più bello e semplice non sta nell’eliminare il prossimo, ma nel provvedere da sé alla propria perfezione.

Dunque quest’uomo propone per me la pena di morte. Va bene: e quale pena dovrò offrire come controproposta, cittadini ateniesi?

C’è dunque qualcuno che voglia essere danneggiato dalle persone con cui sta assieme, piuttosto che trarne vantaggio? Rispondi, mio caro amico: anche la legge te lo impone.

Dimmi ancora, Meleto, per Zeus, è meglio vivere fra cittadini buoni o cattivi? Rispondi, amico, non ti sto chiedendo nulla di difficile!

Callia, se i tuoi due figli fossero un paio di puledri o di vitelli, dovremmo prendere uno che li governi e stipendiarlo perché sviluppi in loro l’eccellenza (arete) appropriata, cioè un esperto di cavalli o di agricoltura. Ma, dal momento che sono uomini, chi hai in mente di assumere?

A quanto pare, se soltanto trenta voti fossero migrati dall’altra parte, io sarei stato assolto.

Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve.

Il temere la morte niente altro è che parere essere sapienti senza essere. Perché nessuno sa della morte se ella per avventura non sia all’uomo il maggiore di tutti i beni, e ognuno la teme come se sapesse essere quella il maggiore dei mali.

Non mi senta irritato, cittadini ateniesi, da quanto è avvenuto – avete votato a mio sfavore – per molte ragioni insieme, e specialmente perché non è accaduto inaspettatamente: anzi, mi meraviglio molto più del numero di voti di ciascuna delle due parti. Io personalmente pensavo che la differenza sarebbe stata ampia, e non così piccola.

E quelli che essi mettono alla prova si arrabbiano con me, invece che con se stessi, e dicono che un certo Socrate è oltremodo abominevole e corrompe i giovani.

Il tribunale ha votato, riconoscendo Socrate colpevole. L’imputato riconosciuto colpevole ha facoltà di proporre una pena alternativa a quella richiesta dall’accusatore.

Nessuno dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a escogitare i mezzi per sfuggire a tutti i costi alla morte.

Anche a me, certo, sembra bello se qualcuno sa educare gli uomini, come fa Gorgia di Leontini, Prodico di Ceo e Ippia di Elide.

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Non è sfuggire alla morte che è difficile: molto più difficile è scampare alla malvagità, che corre più veloce della morte stessa. (Apologia di Socrate)

Certamente lo conoscete Cherofonte; un giorno che era andato a Delfi, ebbe la faccia tosta di chiedere al dio se ci fosse qualcuno più sapiente di me e la Pizia gli rispose che non c’era nessuno.

Interrogai me stesso, per conto dell’oracolo, chiedendomi se preferissi essere come sono io, né sapiente alla loro maniera, né ignorante al loro modo, oppure come sono loro. E risposi a me stesso e all’oracolo che mi andava bene essere come sono.

Non è sfuggire alla morte che è difficile: molto più difficile è scampare alla malvagità, che corre più veloce della morte stessa.

Tuttavia, cittadini ateniesi, mi sembrò che anche gli artigiani bravi incorressero nello stesso errore dei poeti: ciascuno di loro, dal momento che lavorava bene nell’ambito della sua arte, si stimava molto esperto anche in altre importantissime questioni e questa stonatura tendeva a nascondere la loro sapienza.

Ma, cittadini, forse evitare la morte non è difficile, ed è molto più difficile evitare la malvagità, perché corre più veloce della morte. E ora io, che sono così lento e vecchio, sono stato catturato dalla più lenta, mentre i miei accusatori, che sono così bravi e svelti, li ha presi la più veloce, la cattiveria.

Ancora meno mi crederete se dico che il più grande bene dato all’uomo è proprio questa possibilità di ragionare quotidianamente sulla virtù e sui vari temi su cui mi avete sentito discutere o esaminare me stesso e altri.

Né altro in verità io faccio con questo mio andare attorno se non persuadere voi, e giovani e vecchi, che non del corpo dovete aver cura né delle ricchezze né di alcun’altra cosa prima e più che dell’anima, così che ella diventi ottima e virtuosissima; e che non dalle ricchezze nasce virtù, ma dalla virtù nascono ricchezze e tutte le altre cose che sono beni per gli uomini, così ai cittadini singolarmente come allo Stato.

Ma non ti chiedo questo, mio caro amico, bensì quale persona, chi, in primo luogo, conosce, appunto, i costumi e le leggi? Loro, Socrate, i giudici. Come dici, Meleto? Che sono capaci di educare i giovani e di renderli migliori? Certamente. Proprio tutti, oppure alcuni sì e altri no? Proprio tutti. Ben detto, per Hera! C’è tanta gente ad aiutarli! Ma allora questi che ci stanno ad ascoltare li rendono migliori, o no? Si’, anche questi. Ed anche i membri della Bulé? Anche loro. Ma, Meleto, non sono i componenti dell’ecclesia, a corrompere i più giovani? Oppure anch’essi, tutti insieme, li rendono migliori? Anch’essi. Ma allora. a quanto pare, tutti gli Ateniesi li rendono migliori, tranne me. Sono soltanto io a corromperli. È così che dici? Affermo proprio questo, con forza.

Ché questo, voi lo sapete bene, è l’ordine del Dio; e io sono persuaso che non ci sia per voi maggior bene nella città di questa mia obbedienza al Dio.

Ho un’ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà affrontare la propria colpevolezza.

Se mi paia che egli non possegga virtù ma solo dica di possederla, io lo svergognerò dimostrandogli che le cose di maggior pregio egli tiene a vile e tiene in pregio le cose vili. E questo io lo farò a chiunque mi capiti, a giovani e a vecchi, a forestieri e a cittadini; e più ai cittadini, a voi, dico, che mi siete più strettamente congiunti.

Certo sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo.

Voi forse credete, Ateniesi, che sia stato condannato per mancanza di argomenti abbastanza efficaci da persuadervi, convinto di dovere fare e dire di tutto pur di sfuggire alla punizione. Sono stato condannato per una mancanza, ma non tanto di argomenti quanto di sfrontatezze e imprudenza: per non essermi spinto a pronunciare le parole che più piacevolmente vi avrebbero solleticato l’orecchio, con lacrime e lamenti e vari atti e discorsi che pur siete avvezzi a sentire da altri, ma sono indegni di me.

E se taluno di voi dirà che non è vero, e sosterrà che se ne prende cura, io non lo lascerò andare senz’altro, né me ne andrò io, ma sì lo interrogherò, lo studierò, lo confuterò.

Non dare ai figli, alla vita, a null’altro più valore che a ciò che è giusto, affinché al tuo arrivo nell’Ade tu possa richiamare tutto ciò in tua difesa, presso coloro che li comandano.

Tu, eccellentissimo fra gli uomini e cittadino di Atene, che è la città più grande e gloriosa per sapienza e potenza, non ti vergogni di rivolgere le tue cure alle ricchezze, per accumularne il più possibile, e alla fama e al prestigio, anziché curarti e darti pensiero di saggezza e verità della perfezione dell’anima?

Finché io abbia respiro, e finché io ne sia capace, non cesserò mai di filosofare e di esortarvi e ammonirvi, chiunque io incontri di voi e sempre, e parlandogli al mio solito modo, così: “O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perché ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?”.

Chi è quell’uomo che potrebbe credere che esistono i figli degli dei e non esistono gli dei?

E io me ne vado, condannato da voi a essere morto; costoro, condannati dalla verità a essere malvagi e ingiusti; e io accetto la pena mia, e questi la loro.

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Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte. (Apologia di Socrate)

Ora me ne vado, io condannato a morte da voi, loro condannati alla malvagità e all’ingiustizia dalla verità. Io mantengo la mia pena, loro la loro. Forse era in qualche modo necessario che fosse così; e io penso che sia secondo la giusta misura.

O miei concittadini di Atene, io vi sono obbligato e vi amo; ma obbedirò piuttosto al Dio che a voi.

Nessuno di noi sa nulla di bello e di buono, ma costui crede di sapere e non sa; io non so, ma non credo né so. E pare che per questa piccolezza sia più sapiente io, perciò che non credo di sapere quello che non so.

Desidero fare una predizione a voi, che avete votato contro di me: perché sono già là dove le persone sono più propense a fare predizioni, quando stanno per morire. Io vi dico, uomini che mi avete ucciso, che ci sarà per voi una retribuzione, subito dopo la mia morte, molto più dura di quella pena cui mi avete condannato.

Considerate dunque la duplicità dei miei accusatori: gli uni sono quelli che mi accusano ora, e gli altri sono quelli che, come dicevo, lo hanno fatto in passato. È opportuno che mi difenda prima da questi ultimi, perché li udiste accusarmi prima e molto più degli accusatori recenti.

Ora voi avete fatto questo credendo di liberarvi dal compito di esporre la vita a esame e confutazione, ma ne deriverà tutto il contrario, ve lo dico io.

Che mai dice l’Iddio? Nelle parole sue che mai nasconde? Perché io non ho coscienza, né punto né poco, di essere sapiente. Che mai dice, affermando che io sono sapientissimo?

Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso.

C’è un certo Socrate, uomo sapiente, che strologa su quello che sta per aria e investiga su quello che sta sottoterra, e che fa del discorso più debole il più forte. Questi, che diffusero su di me una fama simile, sono i miei accusatori terribili, cittadini ateniesi, perché il loro uditorio ritiene che chi fa simili ricerche non creda negli dei.

Perciò, come forse mi perdonereste, se fossi veramente straniero, di parlare con la lingua e alla maniera in cui sono stato educato, così ora vi chiedo – giustamente, mi sembra – di aver comprensione per il mio modo di esprimermi, buono o cattivo che sia, e di considerare invece attentamente se dico o no cose giuste, perché questa è la virtù del giudice, mentre quella dell’oratore è dire la verità.

A mettervi sotto esame per confutarvi saranno di più: quelli che finora trattenevo, di cui voi non vi accorgevate; e saranno tanto più duri quanto più sono giovani, e tanto più ne sarete irritati.

Essi – dico – hanno detto poco o nulla di vero, ma voi non sentirete da me null’altro che la verità. E non userò affatto, o Ateniesi, discorsi come i loro, ben fraseggiati nelle espressioni e nei termini, e bellamente disposti: voi sentirete da me cose argomentate disordinatamente, con le prime parole che mi capitano a tiro – infatti io credo che quello che dico sia vero – e nessuno di voi si aspetti altro.

Infatti così stanno le cose: sono quassù in tribunale per la prima volta a settant’anni, e perciò sono del tutto estraneo a questo modo di esprimersi.

Se pensate che basti uccidere le persone per impedire di criticarvi perché non vivete rettamente, non pensate bene. Non è questa la liberazione – né possibile, né bella – ma quella, bellissima e facilissima, non di reprimere gli altri, bensì preparare se stessi per essere quanto possibile eccellenti. Con questo vaticinio per voi che avete votato contro di me prendo congedo.

Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischi di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio.

Mi ha stupito soprattutto una delle loro molte bugie: hanno detto che dovevate cercare di non farvi ingannare da me, perché sono abile nel parlare.

Capii ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene conto.

Non so, o Ateniesi, che impressione vi sia rimasta dei miei accusatori; io, davvero, mi sono quasi dimenticato di me stesso, da quanto parlavano persuasivamente. Eppure non hanno detto quasi niente di vero.

A questa età non starebbe bene venire da voi facendo discorsi come un ragazzino.

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Platone – Apologia di Socrate

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Socrate: frasi sull’amore per comprendere questo sentimento

Ma cosa pensava Socrate rispetto all’amore? Le citazioni di Socrate giunte fino a noi provengono soprattutto dal Simposio di Platone, un dialogo in cui troviamo diverse citazioni di Socrate. Ecco quindi le frasi celebri di Socrate rispetto all’amore e al suo pensiero al riguardo. Chissà magari troverai quella che rispecchia la tua idea d’amore, che potrai condividere con la tua dolce metà.

L’amore più caldo ha la fine più fredda.

Temo l’amore della donna più dell’odio dell’uomo.

Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà per desiderio dell’altra tentava di entrare in congiunzione e cingendosi con le braccia e stringendosi l’un l’altra, se ne morivano di fame e di torpore per non volere fare nulla l’una separatamente dall’altra.
(Simposio, Platone)

Amore è possesso perenne del bene.

È meglio se restiamo amici.

Né l’amare né l’Amore sono in ogni caso belli o degni di lode, ma solo Amore che induce ad amare conforme al bene.

Non chiamare nessuno infelice finché non è sposato.

Colui che ama è cosa più divina di chi si lascia amare, perché un dio lo possiede.
(Simposio, Platone)

Perché gli esseri umani e anche quelli non umani sono così disposti verso l’eros?

Il vostro desiderio non è forse di essere una sola persona, tanto quanto è possibile, in modo da non essere costretti a separarvi né di giorno né di notte? Se questo è il vostro desiderio, io posso ben unirvi e fondervi in un solo essere, in modo che da due non siate che uno solo e viviate entrambi come una persona sola.
(Simposio, Platone)

Tutti diventano poeti, anche se prima non erano predisposti verso le Muse, quando li tocca l’amore.
(Simposio, Platone)

Quando gli venne chiesto se un uomo dovesse prendersi moglie, Socrate replicò: che ne prenda una oppure no, vivrà abbastanza per pentirsene.

Quanto a matrimonio o celibato, lascia che un uomo prenda la strada che desidera, egli si pentirà sicuramente.

Sposati: se trovi una buona moglie sarai felice, se ne trovi una cattiva, diventerai filosofo.

I sentimenti che devono guidare per tutta la vita gli uomini destinati a vivere nel bene non possono ispirarsi né alla nobiltà della nascita né agli onori né alla ricchezza, né a null’altro: devono ispirarsi ad Eros.
(Simposio, Platone)

Colui che ama è cosa più divina di chi si lascia amare, perché un dio lo possiede.

Mia moglie è veramente sgradevole e petulante, ma, mentre a casa sopporto una tale moglie, io stesso mi abituo e mi abituo a tollerare più facilmente anche le altre cose degli uomini e soprattutto l’insolenza dei miei concittadini e le ingiustizie fuori dalla mia casa.

L’amante è un qualcosa di più divino dell’amato, perché è pieno di ardore da parte del dio.
(Simposio, Platone)

Chi sono dunque quelli che amano la sapienza se non sono né sapienti né ignoranti?

Ed è ignobile quell’amante volgare che s’innamora piuttosto del corpo che dell’anima; e del resto non può essere nemmeno costante, giacché è innamorato di qualcosa che costante non è. Non appena appassisce il fiore del corpo, di cui era innamorato, s’invola lontano, smentendo tanti discorsi e tante promesse; ma chi s’innamora di un nobile carattere, ne resta amante per tutta la vita, in quanto si fonde a cosa che resta.
(Simposio, Platone)

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Una volta resa uguale all’uomo, la donna diventa la sua superiora. (Socrate)

Non ogni Amore è bello e meritevole di essere lodato, ma soltanto quello che spinge ad amare bene.
(Simposio, Platone)

Lo sguardo della mente comincia davvero a esser penetrante quando gli occhi cominciano a veder meno: e tu sei ancora molto lontano da quel momento.

Tu non vuoi più possedere l’apparenza della bellezza, ma la bellezza reale, e quindi sogni di scambiare – non c’è dubbio – il bronzo con l’oro. Eh no, mio bell’amico, guarda meglio! T’illudi sul mio conto: io non sono niente.

Amore da parte di padre, insidia i belli e i virtuosi, in quanto è coraggioso e ardito e tenace e bravo cacciatore, sempre pronto a tramare certi inganni, assetato di sapienza, ricco di espedienti, e per tutta la vita amante del sapere, temibile incantatore e stregone e sofista; e non è nato né immortale né mortale, ma talora nello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli è favorevole, talora invece muore, ma poi rinasce, grazie alla natura del padre, e quel che acquista gli si sfila via sempre di mano, al punto che Amore non è mai né povero né ricco, e d’altra parte si trova in mezzo tra la sapienza e l’ignoranza.

Mio caro Alcibiade, se quel che dici sul mio conto è vero, se ho davvero il potere di renderti migliore, devo dire che ci sai proprio fare. Tu vedi senza dubbio in me una bellezza fuori del comune e ben differente dalla tua. Se l’aver visto questo ti spinge a legarti a me e a scambiare bellezza con bellezza, il guadagno che tu pensi di fare alle mie spalle non è affatto piccolo.

Prima bisogna mostrare Amore così com’è, e poi le sue opere.
(Simposio, Platone)

In ogni caso sei fregato: se la trovi bella non sarà solo tua, se è brutta paghi per tutti gli altri.

Socrate sposò Mirto solo per bontà d’animo, giacché questa era caduta nella più nera miseria.

Quanto a me, amici, non vorrei sembrarvi del tutto ubriaco, ma bisogna che vi dica – come se fossi sotto giuramento – quale impressione ho avuto nel passato, ed ho ancora, ad ascoltare i suoi discorsi. Quando lo sento parlare, il mio cuore si mette a battere più forte di quello dei Coribanti in delirio e mi emoziono sino alle lacrime: e ne ho vista di gente provare le stesse emozioni.
(Il discorso di Alcibiade)

Amore è il più antico degli dei, il più degno di onori, quello che più può infondere agli uomini virtù e felicità, sia mentre vivono che dopo la loro morte.
(Simposio, Platone)

Una cosa è certa e dobbiamo dirla: quando ascoltiamo un altro oratore, il suo discorso non interessa quasi nessuno. Ma ascoltando te, o un altro – per mediocre che sia – che riporta le tue parole, tutti, ma proprio tutti, uomini, donne, ragazzi, siamo colpiti al cuore: qualcosa che non ci fa star tranquilli si impadronisce di noi.
(Il discorso di Alcibiade)

Essere in amore per quest’uomo non mi costa certo poco. Dal giorno in cui mi sono invaghito di lui non ho più il diritto di guardare un solo bel ragazzo, nemmeno di rivolgergli la parola. È geloso, invidioso, mi fa delle scene, me ne dice di tutti i colori e poco manca che me le dia. Dunque, attenzione, che non faccia adesso una scenata! Tenta di riconciliarci tu o, se tenta di picchiarmi, difendimi perché la sua ira e la sua follia d’amore mi fanno una paura terribile.
(Il discorso di Alcibiade)

Soltanto l’amante può giurare e avere il perdono degli dei, se trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d’amore non ha valore.
(Simposio, Platone)

Amore, fra gli dei l’amico degli uomini, colui che riconduce all’antica condizione. Cercando di far uno ciò che è due, Amore cerca di medicare l’umana natura.

In quanto figlio di Poros e di Penia, Amore è venuto a trovarsi in questa condizione: innanzitutto, è sempre povero e tutt’altro che tenero e bello, come invece pensano i più, anzi è aspro, squallido, scalzo e senza casa, abituato a gettarsi sempre a terra e senza un giaciglio, dormendo all’aperto davanti alle porte e in mezzo alle strade, secondo la natura di sua madre, sempre accompagnato dal bisogno.

L’Amore ci vuota di ogni selvatichezza ma ci colma di dimestichezza e crea tutti questi incontri fra noi affinché possiamo trovarci, facendosi guida nelle feste, nei cori, nei sacrifici.
(Simposio, Platone)

Il modo più semplice e nobile non è quello di schiacciare gli altri, ma di migliorarvi.

Apposta noi ci procuriamo amici e figli! perché quando noi, divenuti più vecchi, cadiamo in errore, voi che siete più giovani, al nostro fianco, raddrizziate la nostra vita nelle opere e nelle parole.

Socrate diceva che con una donna di carattere aspro bisogna comportarsi come i cavalieri con i cavalli focosi.

Ciascuno di noi, in quanto è stato tagliato come si fa con le sogliole, è la metà, il contrassegno, di un singolo essere; e naturalmente ciascuno cerca il contrassegno di se stesso.
(Simposio, Platone)

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Frasi, aforismi e citazioni di Socrate in immagini e video da condividere

Infine abbiamo raccolto alcune immagini contenenti frasi famose di Socrate degne di nota. Stesso discorso vale per i video, in cui sono racchiuse, di Socrate, frasi celebri che lo riguardano e presumibilmente da lui pronunciate. Dunque non vi resta che scegliere la frase di Socrate che preferite per condividerla via messaggio o sui social.

aforismi di socrate

Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane. (Socrate)

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È meglio subire ingiustizia piuttosto che farla. (Socrate)

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Sii come desideri sembrare. (Socrate)

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L’esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale. (Socrate)

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Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte. (Socrate)

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Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo. (Socrate)

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Conosci te stesso! (Socrate)

frasi celebri di socrate

L’anima di un uomo è immortale e incorruttibile. (Socrate)

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Un’ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. (Socrate)

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C’è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere una virtù. (Socrate)

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L’esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale. (Socrate)

frasi famose di socrate

L’importante non è vivere, ma vivere bene. (Socrate)

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Nessuno sa cosa sia la morte e se essa non sia il maggiore di tutti i beni; e invece gli uomini ne hanno paura, come se sapessero bene che essa è il più grande dei mali. (Socrate)

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Far del male non è per nulla diverso dall’essere ingiusti. (Socrate)

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Ricorda che ciò che è inopportuno fare è anche insopportabile. (Socrate)

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Fate ch’io possa esser bello nel profondo della mia anima. (Socrate)

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La ricerca porta alla verità. (Socrate)

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