I burger di soia possono mettere a dura prova il cuore. Ecco la durissima realtà: uno studio scientifico lo dimostra.

Negli ultimi tempi, le diete a base vegetale hanno attratto un numero crescente di persone, motivate da ragioni ecologiche, etiche e benefiche per la salute.

Adottare un’alimentazione basata sulle piante è diventato un vero e proprio fenomeno, visto da tanti come simbolo di salute e prevenzione. L’idea del Green solletica tutti.

In particolare i burger vegani sono visti come un’ottimissima soluzione nel momento in cui si vuole mangiare qualcosa di delizioso però senza carne.

Come burger vegani ne abbiamo in tutte le salse: abbiamo quelli di soia, seitan e anche quelli a base di verdure tipo carciofi, pomodori secchi, spinaci e zucca.

La dura verità

Tuttavia, una ricerca, pubblicata sull’American Journal of Preventive Cardiology e citata da Informazione Oggi, avverte che non tutti i cibi vegetali sono effettivamente salutari e che alcuni, in particolare quelli molto lavorati, possono elevare il rischio di patologie cardiache. Lo studio, effettuato dai ricercatori della Johns Hopkins University su un campione di 7. 708 adulti statunitensi senza precedenti malattie cardiache, ha indagato l’effetto delle diete vegetali sulla salute cardiovascolare analizzando biomarcatori specifici associati a infarti e insufficienza cardiaca.

I risultati sono stati inaspettati: coloro che seguivano un’alimentazione ricca di prodotti vegetali freschi e con poca lavorazione presentavano un rischio significativamente ridotto di danni cardiaci, mentre coloro che consumavano principalmente alimenti vegetali molto lavorati — come burger di soia e salumi vegetali — mostravano un aumento rilevante di marker di stress cardiaco.

Scelte sagge

Questi burger vegetali, spesso considerati scelte salutari, possono avere un alto contenuto di sodio, grassi saturi derivanti da oli di palma o cocco e vari additivi. Ad esempio, alcuni burger di soia possono contenere fino a 400-600 mg di sodio per porzione, rispetto ai circa 70 mg presenti in un petto di pollo fresco. Inoltre, i grassi saturi in questi prodotti possono essere equivalenti a quelli di una bistecca tradizionale, mettendo così il sistema cardiovascolare sotto grande pressione.

Il messaggio centrale dello studio è che il termine “vegetale” non corrisponde sempre a “salutare”. Per questo, è raccomandabile optare per cibi vegetali semplici e poco trasformati. Questi alimenti sono ricchi di fibre, vitamine e grassi salutari, in grado di migliorare il profilo lipidico e attenuare l’infiammazione. Un altro elemento fondamentale è la lettura attenta delle etichette: i prodotti ultra-processati presentano spesso lunghi elenchi di ingredienti poco chiari, “aromi naturali” dubbiosi e quantità eccessive di sale, tutti fattori da limitare per mantenere il cuore in buone condizioni.