Una nota ufficiale è stata già diramata: nuova ondata di licenziamenti | Noto colosso lascia per strada migliaia di famiglie

Disoccupazione in arrivo (canva.com) - www.aforismi-citazioni.it
In un periodo di trasformazioni globali, le affermazioni dei leader aziendali possono far presagire scenari futuri difficili da trascurare.
Durante questi anni caratterizzati da un veloce progresso tecnologico, non è sorprendente che anche le grandi imprese inizino a comunicare cambiamenti sostanziali nelle loro strutture interne.
Innovazioni che poco tempo fa apparivano come progetti sperimentali stanno ora diventando pratiche abituali, offrendo tanto vantaggi incredibili quanto sfide imprevedibili.
L’integrazione su vasta scala di sistemi intelligenti, una volta riservata alla ricerca o a settori estremamente specifici, è ora parte della vita quotidiana di milioni di persone, alterando l’organizzazione lavorativa.
In questo contesto complesso, le scelte fatte dai colossi dell’economia globale guadagnano sempre più rilevanza, presagendo cambiamenti che potrebbero coinvolgere interi settori produttivi.
Un messaggio poco enigmatico
In un messaggio interno ai dipendenti, riportato da Today, il CEO di Amazon Andy Jassy ha dichiarato: “Nei prossimi anni, prevediamo che l’intelligenza artificiale porterà a una riduzione della nostra forza lavoro totale mentre guadagniamo efficienza grazie all’uso diffuso dell’AI in tutta l’azienda”. Questa affermazione è chiara e non dà spazio a dubbi: l’implementazione dell’intelligenza artificiale giocherà un ruolo cruciale nel ridefinire i confini lavorativi del gigante di Seattle. Jassy ha inoltre specificato che gli effetti interesseranno sia gli sviluppatori di software che i lavoratori dei magazzini: “Migliorerà la gestione dell’inventario, la previsione della domanda e l’efficienza dei nostri robot”.
Tuttavia, nella stessa comunicazione, il CEO ha esortato i lavoratori a non subire passivamente queste trasformazioni: “Sii curioso riguardo all’AI, istruiti, partecipa a seminari e segui corsi di formazione, utilizza e sperimenta l’AI ogni volta che hai l’occasione”. Ha poi aggiunto: “Coloro che accoglieranno questa evoluzione, diventeranno esperti di AI, ci aiuteranno a costruire e migliorare le nostre abilità, saranno ben posizionati per avere un impatto significativo e contribuire a reinventare l’azienda”.
Uno scenario imprevedibile
Il messaggio di Jassy, a cavallo tra intimidatorio e persuasivo, si inserisce in un contesto più ampio nel settore tecnologico. Secondo Today, anche Meta e Shopify stanno stimolando i propri dipendenti a utilizzare l’AI in modo costante. Tuttavia, non si può ignorare l’allerta: Dario Amodei, amministratore delegato di Anthropic, ha affermato che la disoccupazione potrebbe raggiungere il 20% nei prossimi anni a causa dell’avanzamento incontrollato dell’intelligenza artificiale.
Sebbene alcuni economisti raccomandino prudenza, sottolineando che in passato l’automazione ha spesso generato nuovi posti di lavoro, segnali recenti indicano un cambiamento di rotta. La diminuzione di sviluppatori e programmatori in molte aziende, insieme all’aumento dell’uso quotidiano dell’AI tra i lavoratori d’ufficio – cresciuto dal 15% al 27% in un solo anno, stando a un sondaggio di Gallup – sono elementi che rendono più plausibile l’idea di un impatto occupazionale su larga scala. Possiamo quindi solo osservare e sperare bene.