ULTIM’ORA, ADDIO PENSIONI | Il 2025 sarà ricordato come un anno orribile, lo Stato mette alle strette i cittadini

ULTIM’ORA, ADDIO PENSIONI | Il 2025 sarà ricordato come un anno orribile, lo Stato mette alle strette i cittadini

Addio pensioni (Canva foto) - www.aforismi-citazioni.it

ULTIM’ORA, l’incubo si avvera: nel 2025 le pensioni rischiano un colpo durissimo, lo Stato cambia le carte in tavola e per i cittadini si mette male.

Ogni anno in Italia il dibattito sulle pensioni si riaccende come un fuoco sotto la cenere. C’è chi chiede aumenti, chi sogna una riforma definitiva, chi invece si preoccupa di non arrivare a fine mese nonostante gli anni di contributi. E poi ci sono i giovani, spesso scettici, che guardano al futuro con la sensazione che, forse, la pensione non la vedranno mai.

Nel frattempo, si continua a rincorrere la promessa di una vecchiaia dignitosa: si parla di pensioni minime da alzare, di scivoli, di prepensionamenti, di rivalutazioni. Ma spesso, a ogni legge che arriva, corrisponde una platea di esclusi. E chi sperava in un cambiamento concreto, si ritrova ancora una volta con poco o nulla tra le mani.

Il concetto stesso di pensione, in Italia, è dato quasi per scontato. Un diritto, giustamente, ma anche una certezza acquisita. Tuttavia, basta guardare oltre i confini — anche solo con un minimo di attenzione — per accorgersi che in altri angoli del mondo, quella sicurezza non esiste nemmeno sulla carta.

Ci sono paesi dove lavorare una vita intera non garantisce nulla. Nessun assegno mensile, nessun fondo integrativo, neanche un medico convenzionato. In quei contesti, la vecchiaia è una sfida quotidiana. E per molte categorie, come i lavoratori del mare, può diventare persino una condanna.

In Myanmar i marittimi lottano per avere una pensione: ora si parte da zero

Nel 2025, in Myanmar, nasce un’idea che per noi italiani può sembrare scontata, ma che lì rappresenta una rivoluzione silenziosa: costruire un sistema pensionistico per i marittimi. Un’iniziativa partita non dallo Stato, ma da una federazione di categoria che ha visto troppi anziani vivere in condizioni disperate, senza casa, senza aiuti, senza tutele.

Il progetto prevede che una parte dello stipendio dei marittimi venga accantonata per costruire un fondo pensione. Nessun meccanismo pubblico strutturato, ma un piano elaborato internamente ai contratti di lavoro, con la speranza che le organizzazioni coinvolte trovino presto un’intesa per renderlo effettivo.

Pensione
Pensione (Canva foto) – www.aforismi-citazioni.it

Il sistema è fragile, ma è un primo passo verso la dignità

Nel frattempo, qualcosa si muove: nel 2022 è arrivato un permesso per estendere la previdenza sociale anche ai marittimi e alle loro famiglie. Oggi, i familiari possono accedere a cure mediche, ricevere risarcimenti per infortuni o decessi, e contare su un minimo di protezione.

Cifre modeste, certo: si parla di stipendi base fissati a circa 300.000 kyat per gli ufficiali, e 150.000 per le famiglie. Ma per un paese dove non esiste un sistema pensionistico universale, è un inizio. E intanto, 800 marittimi malati e anziani hanno ricevuto sostegno grazie a un piccolo fondo di solidarietà. Nel nostro paese, spesso, ci si lamenta — a ragione — per i ritardi e le lacune. Ma forse dovremmo ricordare che altrove la pensione è ancora un sogno da costruire. E che, per alcuni, il 2025 è l’anno in cui si comincia a sperare.