Siamo tornati alla Preistoria | Qui le donne in dolce attesa sono costrette a lasciare il paese, rivolta in piazza

Vietato partorire (Pexels FOTO) - aforismi-citazioni.it
Questo posto è molto particolare in quanto è come se fossero vietate le gravidanze: le donne scappano per partorire.
Essere incinta, in Italia, può sembrare una cosa semplice vista da fuori: controlli regolari, qualche nausea, pancione che cresce… e via, si aspetta il lieto evento. In realtà, per tante donne è un percorso pieno di ostacoli. Non solo fisici, ma anche economici, sociali e emotivi. Non tutte si sentono accompagnate, né dal sistema sanitario né dalla società.
Molte lavoratrici, per esempio, vivono la gravidanza come un rischio. Ancora oggi, ci sono donne che temono di perdere il lavoro o di non essere rinnovate proprio perché diventano madri. La scelta tra carriera e famiglia sembra quasi obbligata, e spesso a rimetterci è proprio il futuro professionale. In certi ambienti, basta dire “sono incinta” e scatta il gelo.
Poi c’è il discorso delle cure: non tutte riescono ad affidarsi al servizio sanitario pubblico. Code, attese, poca continuità… alla fine si va da specialisti privati, ma ovviamente non tutte possono permetterselo. Così si crea una disuguaglianza silenziosa, dove chi ha più possibilità economiche ha anche più garanzie per la salute sua e del bambino.
E non bisogna dimenticare la violenza domestica, purtroppo ancora troppo presente. Alcune donne, anche incinte, vivono in situazioni pericolose, senza sapere a chi rivolgersi o come uscire da certe dinamiche.
Strane usanze
Ci sono luoghi che sembrano nati dalla fantasia di un illustratore giapponese. Di quelli che disegnano tramonti rossi, templi sospesi, foreste che sussurrano e regole che nessuno oserebbe scrivere… ma che tutti rispettano. Luoghi dove le cose non succedono per caso, e certe esperienze – come nascere o morire – semplicemente non accadono. Non perché non si possa, ma perché non si deve.
In posti del genere, il tempo ha una strana consistenza: scorre, ma non corre. Ci si guarda attorno e si ha la sensazione che tutto sia stato messo lì con cura millimetrica. E ogni cosa, ogni animale, ogni respiro, sembra far parte di qualcosa di più grande. Di un ordine antico, che resiste nonostante il turismo, la modernità e i selfie con il bastoncino.
È severamente vietato
Come riportato da santippe.it, il posto in questione esiste davvero e si chiama Miyajima, conosciuta anche come Itsukushima. È un’isoletta giapponese, nella baia di Hiroshima, considerata sacra secondo la religione shintoista. Qui, la purezza ha un valore assoluto. E tutto ciò che è legato al sangue come la nascita, o alla fine della vita, è visto come qualcosa che potrebbe “contaminare” il luogo. Per questo, ancora oggi, non ci sono ospedali, reparti maternità né cimiteri.
Le donne incinte e i malati terminali vengono trasferiti sulla terraferma, per evitare che quegli eventi “impuri” accadano sull’isola. Il simbolo più celebre è il grande torii rosso, che durante l’alta marea sembra fluttuare sull’acqua, proprio davanti al santuario di Itsukushima, costruito su palafitte. Una scelta voluta, per evitare che i pellegrini calpestino la terra sacra. L’intero sito è Patrimonio UNESCO e considerato una delle tre viste più spettacolari del Giappone.