Addio alla Federico II: nessuno vuole più frequentare la storica università napoletana | Finisce nel dimenticatoio per sempre

Federico II (Depositphotos foto) - www.aforismicitazioni.it
La Federico II resta fuori dai radar globali: mentre il mondo accademico si reinventa, lo storico ateneo scivola ai margini.
Per chi è cresciuto a Napoli (o anche solo ci è passato), la Federico II è più di un’università: è un’istituzione. Fondata nel 1224, un nome che ha sempre evocato grandezza, tradizione e sapere. Eppure oggi sembra quasi… come dire, fuori fuoco? La sua centralità si è un po’ persa, come una vecchia fotografia che sbiadisce col tempo.
Il mondo accademico non è più quello di una volta – e non è solo un modo di dire. La concorrenza tra atenei è diventata una corsa a ostacoli: gli studenti cercano molto di più di una buona lezione. Vogliono una città vivibile, stimolante, con servizi, sicurezza. E soprattutto: visibilità internazionale. Restare fermi, in questo contesto, significa essere dimenticati.
Anche in Europa il cambiamento si fa sentire. Alcuni centri storici dell’istruzione stanno provando a reinventarsi, con risultati altalenanti. Non basta più il blasone o il passato glorioso: oggi serve innovazione vera, quella che si tocca con mano. E chi non riesce a stare al passo, semplicemente… esce dal radar.
L’Italia non è esclusa da questa dinamica. Anzi. Mentre alcune città universitarie stanno guadagnando terreno e attirano sempre più giovani da tutto il mondo, altre sembrano rallentare, arrancare. Non è solo una questione di numeri: è anche di percezione. E l’attrattiva si costruisce con tempo, impegno, strategie – non solo con il ricordo dei tempi d’oro.
La geografia dell’università sta cambiando
Nella nuova classifica Qs Best Student Cities 2026 il colpo di scena: Seul in cima al mondo. La capitale sudcoreana sorpassa Londra e conquista il primo posto, chiudendo un ciclo durato sei anni. Incredibile? Forse no. La città offre università di altissimo livello, ma anche qualità della vita, cultura vibrante e, cosa non da poco, tanta sicurezza.
Tokyo tiene botta al secondo posto, mentre Londra, pur restando forte su lavoro e ambiente multiculturale, scivola al terzo a causa dei costi diventati insostenibili (e qui parliamo di un crollo: 137esima per accessibilità economica!). L’Europa regge comunque bene, e l’Italia segna due belle sorprese: Milano rientra nella top 50 e Roma ci entra per la prima volta. Tutto questo – come riportato da Corriere.it – conferma un trend chiaro: l’Oriente, ormai, detta il passo. E Napoli?
Chi resta indietro scompare
In mezzo a questo ribaltamento di gerarchie, la Federico II… non c’è. Fuori dalla classifica. Nessuna menzione tra le città universitarie più attrattive del pianeta. Una mancanza che pesa, e non solo sul piano simbolico. Perché senza visibilità internazionale, senza appeal per gli studenti stranieri, diventa difficile restare competitivi.
Se un’università non compare in questi ranking, vuol dire che – giusto o sbagliato – viene cercata meno a livello internazionale. E oggi, purtroppo, la Federico II sembra proprio aver perso quel passo che servirebbe per restare tra i grandi del mondo. Nonostante questo, resta senza dubbio una delle realtà universitarie più prestigiose d’Italia.